Sassoferrato rappresenta il fulcro di un territorio di circa 130 kmq che si estende sul versante orientale dell’Appennino Umbro – Marchigiano, tra il Parco Regionale del Monte Cucco e il Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi. La città, come la conosciamo oggi, con il “Castello” e il “Borgo”, in epoca romana non esisteva. In una pianura, al suo ingresso, sorgeva la prosperosa città di Sentinum, i cui resti archeologici vanno dal I secolo a.C. al IV / V secolo d.C.
Questo luogo richiama l’eco della grande Battaglia delle Nazioni che nel 295 a.C. vide scontrarsi i Romani contro le popolazioni italiche e celtiche e che decise le sorti della penisola. Il susseguirsi di carestie, epidemie e delle prime invasioni barbariche fecero sì che la popolazione si spostasse sulle alture adiacenti. Qui, intorno al 1100, sorse il primo agglomerato: Castrum Saxum Ferratum, che poi diverrà l’attuale Sassoferrato, su cui svetta l’imponente Rocca di Albornoz, simbolo della città. Tra la fine del 1800 e la metà del 1900, il territorio ebbe un grande sviluppo economico dovuto al bacino solfifero di Cabernardi e Percozzone, nel quale vennero impiegate fino a 3000 persone.
Sassoferrato ha dato i natali a diversi personaggi che hanno portato il nome del piccolo borgo nel mondo come Bartolo Da Sassoferrato, uno dei più insigni giuristi dell’Europa, arrivando a Pietro Paolo Agabiti, pittore e scultore del Rinascimento, e il pictor virginum Giovan Battista Salvi, meglio noto come Il Sassoferrato.
Il borgo fa parte del Parco Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna, nato nel 2005 su iniziativa del Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con il Ministero della Cultura e la Regione Marche, con lo scopo di promuovere, conservare e valorizzare il patrimonio delle miniere marchigiano-romagnole che, tra il XIX e XX secolo, hanno rappresentato poli d’estrazione dello zolfo d’importanza europea.