Il territorio dei Comuni di Force, Palmiano e Venarotta è attraversato da un’antica e dimenticata strada nota come la “Costa dei Guai”, famosa in tutte le Marche a causa degli episodi di brigantaggio che vi sono avvenuti in passato.
Il territorio dei tre comuni, tra l’altro, rappresenta ciò che rimane di un comune scomparso dopo solo pochi decenni di vita: il Comune di Montadamo, esistito solo per cinquant’anni, dal 1816 al 1866. La sua breve vita ha avvolto le vicende che lo hanno interessato di un alone quasi “leggendario”, proprio come la fama della strada che lo attraversava, la “Costa dei Guai”, la quale consentiva al Piceno di unirsi ai versanti Maceratese e Fermano.
Il luogo è incantevole, con una vista panoramica a 360 gradi che spazia dai Monti Sibillini fino ai Monti della Laga e al Gran Sasso d’Abruzzo. All’orizzonte si scorge Giulianova oltre che il Colle San Marco, la Montagna dei Fiori, le valli dell’Aso e del Tesino.
La peculiarità maggiore risiede nel fatto che, a partire dal XV secolo, si hanno le prime testimonianze scritte riguardanti delle attività di brigantaggio e malavitose. Addirittura, nel Quattrocento, ci fu il rischio di una guerra tra la città di Ascoli e la città di Perugia a causa di un furto di preziosissime stoffe commesso da briganti lungo la Costa dei Guai.
Un singolare evento ebbe luogo il 7 giugno 1599 quando il Legato della Marca, il Cardinale Ottaviano Bandini, cadde da cavallo lungo la Costa, spezzandosi una gamba. Le cronache dell’epoca riportano l’alto prelato fu guarito miracolosamente grazie all’intervento di San Serafino da Montegranaro.