Pieve Torina è una città antichissima: le sue origini si perdono nei secoli e diverse sono le attestazioni di presenze antropiche già in epoca neolitica. Diversi scavi hanno portato alla luce reperti preromani, piceni e umbri, in particolare, vista la posizione di confine tra Marche e Umbria. Terra di transito, transumanze e scambi commerciali, ha quindi conosciuto l’insediamento dei romani che trova un segno tangibile in alcune epigrafi ma, soprattutto, nel ponte lungo una diramazione della Flaminia che attraversa il torrente Sant’Angelo. E proprio il Sant’Angelo introduce l’elemento sacro accanto a quello profano poiché poco distante dal torrente si erge l’Eremo dei Santi Pietro e Paolo, in parte scavato nella roccia e costruito su un preesistente tempio pagano: all’interno sono visibili colonne romane e un’antica ara. Leggende sui poteri taumaturgici delle colonne e delle acque che filtrano dalla roccia hanno creato un’aura di sacralità intorno a questo romitorio così come la tradizione cristiana che vuole che qui siano passati gli apostoli Pietro e Paolo. In età medievale, il territorio si arricchisce di rocche e castelli, luoghi difensivi in cui il contado può rifugiarsi per sfuggire alle scorribande degli eserciti, ma anche di chiese e monasteri a testimonianza della profonda religiosità delle popolazioni. L’antica economia agricolo-pastorale trova infine espressione nel vecchio molino di Fiume, negli allevamenti e coltivazioni tipiche come quella della patata.