La comunità di Roccafluvione insieme a tutto il territorio circostante ha avuto nel corso dei secoli passati un fenomeno ricorrente che molti storici hanno definito “ permanenza del ribellismo contadino nella montagna ascolana” . A cominciare dal Trecento con comunità ascetiche ed ereticali che hanno trovato nella montagna, dall’Ascensione alla Sibilla, il luogo deputato della loro presenza e dell’incidenza nella cultura popolare, proseguendo con il fenomeno successivo del banditismo cinquecentesco, molto diffuso e favorito dalla presenza di fortezze imprendibili, giungendo fino all’insorgenza antifrancese di fine Settecento e al brigantaggio antipiemontese post unitario. Un sito particolarmente interessante, anche per il suo carattere difensivo, risulta la chiesa romanica di Santo Stefano, un tempo appartenente all’antica e omonima abbazia benedettina dei monaci farfensi. I mulini inoltre sono una testimonianza tangibile di una delle più antiche attività medievali del territorio preposte allo sfruttamento idrico. Rappresentano anche il luogo dove spesso veniva riscossa la tassa del macinato, una delle cause principali delle sollevazioni rurali, proseguite spesso in forme organizzate di ribellismo contadino. Caratteristico risulta il mulino Pignoloni (1629), il ponte, presumibilmente dello stesso periodo, la cascata e le case in pietra, arroccate sul margine del fiume, che creano un’atmosfera molto suggestiva.